RISPONDE L’ASSOCIAZIONE OVEST SESIA
CAVOUR
I principali canali adduttori della nostra irrigua sono il Canale Cavour e il Canale Depretis, che nella stagione irrigua 2022 hanno subito una riduzione media del 55%-60%. Il Canale Cavour con un dato di competenza di 110 m3/sec ha raramente superato una portata pari a 50 m3/sec giornalieri. Il calcolo è ottenuto sommando sia l’acqua prelevata dallo sbarramento di imbocco di Chivasso sul Fiume Po, sia quella sussidiata mediante il Canale Farini a Saluggia con l’acqua della Dora Baltea.
DE PRETIS E REGINA ELENA
Il Canale è gestito dalla Coutenza Canali Cavour (AIOS/ AIES – al servizio dei due comprensori agricoli) e di conseguenza di questi 50 m3/sec circa la metà rimane a favore di AIOS. Il Canale Depretis, con una portata di competenza di 40 m3/sec destinata esclusivamente all’irrigazione, ha mantenuto una portata media di circa l’80%.
Il dato del Canale Depretis sembrerebbe confortante. Tuttavia, si deve considerare che per una miglior distribuzione dell’acqua sull’intero comprensorio sia di AIOS, sia di AIES una parte della portata del Canale (18 m3/sec) sussidia il Canale Cavour. Quest’ultimo insieme al Canale Regina Elena (anch’esso in forte riduzione per l’abbassamento del Lago Maggiore) ottempera alle disposizioni normative del riparto dell’acqua nei due comprensori.
SANTHIA’
VERCELLI
La zona di Vercelli, ubicata nella parte più ad est del comprensorio tra il Canale Cavour e il Fiume Sesia, è risultata fortemente penalizzata, oltre che per la riduzione della così detta “acqua viva” degli imbocchi principali, anche per la conseguente mancanza delle colature, che normalmente si generano durante la sommersione delle risaie e che sono indispensabili per soddisfare il fabbisogno idrico di competenza delle aree più a sud della zona. Il perdurare di questa situazione ha comportato enormi sforzi e numerose manovre giornaliere per garantire una distribuzione equa dell’acqua fino ai territori terminali della zona, ubicata in prossimità della confluenza del Fiume Sesia in Po.
TRINO
- il lungo percorso della rete di distribuzione dell’acqua derivata da Dora Baltea e da Po (oltre 30 km);
- la scarsità d’acqua, quindi una portata di solo il 50 % dell’acqua di competenza della rete della zona.
Anche per la Zona di Trino l’assenza di colature e il livello di falda molto basso ha aggravato la situazione all’irrigazione capillare di molti distretti e tenimenti isolati.
INTERVENTO DELL’ANBI PIEMONTE
La risorsa disponibile è assolutamente insufficiente e i Consorzi, pur con notevole aggravio economico e gestionale, sono impegnati a cercare di distribuirla in modo equo ed efficiente per coprire i fabbisogni minimi di tutte le aziende, anche di quelle che solitamente usufruivano delle acque di colatori e fontanili, oggi quasi azzerate. In alcune aste fluviali i Consorzi si sono organizzati con turnazioni straordinarie che consentono agli stessi di prelevare un corpo d’acqua minimo utilizzabile, e di garantire contemporaneamente il DMV di legge in alveo, in alcuni casi rilasciato in deroga.
In questo periodo dell’anno la maggior parte delle colture presenti sul territorio regionale si trova nel momento di massima idroesigenza e la mancanza di disponibilità idrica per la grave siccità in corso, sta compromettendo buona parte dei raccolti.
I COSTI DELL’ENERGIA ELETTRICA
Alle perdite di produzione si sommano per alcuni Consorzi gli sproporzionati aumenti dei costi dell’energia elettrica utilizzata per il sollevamento dell’acqua. Con il passaggio da 190 €/MWh del 2021 a 465,80 €/MWh del luglio 2022, in alcune aree è stato sospeso il servizio di irrigazione, avendo ampiamente superato le somme a disposizione nel bilancio consortile per coprire le spese energetiche, ed è stato chiesto di ripristinare i contributi per i costi energetici previsti dalla L.R. 63/’78, che in passato consentiva alla Regione di sostenere i comprensori irrigui estesi in aree geograficamente sfavorevoli per l’approvvigionamento d’acqua.
A causa della grave siccità tuttora in corso si sono già manifestate le ripercussioni economiche sul mercato dei prodotti agricoli, né è un esempio il Comune di Centallo (CN), storica piazza del mercato del fagiolo rosso della Provincia di Cuneo, dove non è stato possibile aprire il mercato per scarsità o addirittura assenza di prodotto.