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SICCITA’: ANALISI DI DETTAGLIO

da | 22 Apr 2022 | NEWS

Siccità

Prosegue il sempre preoccupante andamento meteoclimatico con accumuli nevosi abbondantemente sotto la media. Il Lago Maggiore fatica sempre più a riempirsi nonostante le alte temperature e le falde in calo ben oltre i livelli riscontrati lo scorso anno. Fortunatamente pare si sia raggiunta una sorta di stabilità pur se su livelli ben più depressi delle scorse stagioni.

L’attuale siccità è di estrema gravità presentando uno degli scenari più complicati degli ultimi 50 anni. Rispetto alle scorse settimane la situazione non è purtroppo variata. Si ritiene che le precipitazioni previste in questi giorni porteranno solo un parziale e momentaneo sollievo alle culture già in campo. L’evento meteorologico della scorsa settimana sulla parte nord delle Alpi non ha portato alcun beneficio e l’attuale stato di disidratazione di tutti gli strati superficiali di terreno, stato favorito dagli insistenti e forti episodi ventosi, farà sì che precipitazioni anche superiori ai 40/50 mm non determinino, almeno all’inizio, una componente significativa di ruscellamento fondamentale per il riempimento dei bacini alpini e lacustri. Questo perchè la componente di assorbimento sarà molto più importante degli scorsi anni a seguito dell’assenza di manto nevoso e di precipitazioni.

I fenomeni ventosi delle scorse giornate, associati a temperature nettamente più alte della media, hanno compromesso ulteriormente il già molto esiguo manto nevoso che oggi è a circa il 20 % della media a pari periodo. Nonostante lo scioglimento di parte del manto nevoso non si è però avuta una componente positiva negli afflussi verso il lago Maggiore e così l’inevitabile avvio delle derivazioni ha consumato circa 15 cm di riserva accumulata senza che il flebile scioglimento nivale abbia dato un contributo all’accumulo della risorsa nel lago stesso.

La situazione è ormai molto preoccupante e solo piogge costanti e reiterate da qui ad agosto potranno garantire una stagione irrigua in ogni caso quanto mai complicata.

ACCUMULO NEVOSO

Si è analizzata la situazione dell’accumulo nevoso al 20 aprile dell’ultimo quindicennio a diverse quote, comprese tra 1300 e 2800 mslm, sul massiccio del Monte Rosa. La seguente tabella riporta i dati osservati.

Nelle ultime due settimane non si hanno avuto precipitazioni nevose in grado di invertire la mancanza di accumulo. L’ultima precipitazione nevosa significativa resta quella della prima decade di dicembre del 2021. Sull’intorno dei 1000 – 1500 mslm il manto è ormai assente, come per altro atteso. Dato non consueto, come già richiamato, è invece la disidratazione dei terreni per mancanza di qualsiasi apporto nevoso o di pioggia. Analizziamo ora le medie complessive per anno tenendo conto delle 4 fasce altimetriche cumulando i dati annuali indicati nella precedente tabella.

Il dato al 20 aprile 2022 è nettamente il più ridotto degli ultimi 15 anni a pari data: 25 cm contro una media di 148, pari all’ 83 % meno della media dell’ultimo quindicennio. Un dato straordinariamente basso, soprattutto perché influenzato dallo scarso accumulo alle quote superiori. Qui si riscontra un accumulo di soli 43 cm a fronte di una media di 246 cm. Si tratta di un dato in pesante peggioramento negli ultimi 15 giorni a causa di temperature e vento, passando dal 73 % al 83 % in meno della media nell’intorno dei 2800 mslm. I dati evidenziano la quasi totale compromissione del manto nevoso anche alle quote più elevate. Per comodità di lettura riportiamo anche i dati organizzati in istogrammi e linee di tendenza.

In una scala di allarme da 0 a 5, dove 5 rappresenta la massima allerta, l’attuale scarsità di accumulo nevoso può essere sicuramente classificata con un valore 5, il massimo.

ACCUMULO RISERVA NEI LAGHI

Analizziamo la situazione del lago Maggiore, dove tutti gli indicatori evidenziano una situazione, anche qui, particolarmente complessa. Si riporta di seguito il grafico visionabile sul sito laghi.net.

Già la lettura del grafico evidenzia una situazione idrometrica di accumulo stia rapidamente peggiorando per le inevitabili derivazioni pur se queste sono estremamente ridotte. La quota di invaso a Sesto Calende, negli ultimi 15 giorni, è calata di circa 15 cm ed ora è a circa – 9. Il dato sempre più preoccupante, soprattutto se abbinato allo scarsissimo accumulo nevoso, è il dato degli afflussi che restano sempre estremamente esigui, come si può rilevare nella seguente tabella.

In una scala di allarme da 0 a 5, dove 5 rappresenta la massima allerta, l’attuale livello idrometrico, se valutato insieme alla scarsità di accumulo nevoso valutato il periodo, determina un’allerta 5.

SITUAZIONE FALDA

Confagricoltura Pavia, prosegue nel monitoraggio quotidiano della falda in una sezione rappresentativa al termine della pianura risicola irrigua in prossimità del salto di terrazzo della valle del Po a Sartirana Lomellina. L’analisi di dettaglio del comportamento della falda è iniziata nel maggio del 2021. Il seguente grafico evidenzia l’andamento della falda con una escursione di oltre 300 cm tra il valore minimo riscontrato ed il valore massimo misurato.

Negli ultimi 15 giorni si è riscontrato lo stabilizzarsi della falda con i primi timidi segnali di ripresa conseguenti alla riattivazione della rete irrigua e alle prime sommersioni attivate. Si tratta di segnali che andranno meglio analizzati nelle prossime settimane. Sicuramente la scarsità di risorsa irrigua disponibile non favorirà una rapida ripresa della falda come si riscontrerebbe in condizioni normali. Attualmente siamo ancora 30 cm in meno rispetto al 2021, come si può riscontrare dal grafico.

 

SCALA DI ALLARME

Combinando gli indici dell’ipotetica scala di allarme derivanti da accumulo nevoso, invasi lacuali e falda, si
ottiene un fattore 15 su un massimo di 15. Un indice di allarme quanto mai preoccupante, in peggioramento rispetto alla precedente proiezione. Un indice che ha raggiunto la massima criticità. Le piogge previste dei prossimi giorni sicuramente porteranno un primo beneficio al sistema ma, purtroppo, non saranno risolutive di una siccità che perdura da oltre 5 mesi. (Autore: Alberto Lasagna, Confagricoltura Pavia).

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