Anche l’Airi commenta i dati del sondaggio semine dell’Ente Risi, secondo il quale gli ettari coltivati aumenteranno di quasi 2.000 ettari (+0,9%) rispetto alle semine del 2020, per effetto degli aumenti registrati per la tipologia dei Lunghi B (+5.825 ettari) e dei Medi/Lunghi A (+4.910 ettari). In controtendenza la tipologia dei Tondi che fa segnare un calo del 13% (-8.754 ettari).
«AIRI ha preso atto delle previsioni di semina pubblicate dall’Ente Risi – recita una dichiarazione consegnata alla redazione di Risoitaliano.eu – che sembrano tendere verso un auspicato aumento delle superfici coltivate a riso.
Tuttavia, nel quadro di una generale crescita dei consumi, sia a livello comunitario, sia a livello nazionale come testimoniano i bilanci di collocamento di DG Agri e dell’Ente Risi degli ultimi dieci anni, AIRI continua a ritenere che sarebbe importante incrementare la produzione italiana per sostenere adeguatamente il maggiore gradimento accordato al riso.
Questo trend è anche confermato quest’anno dalle esportazioni italiane verso paesi terzi, che al 31 gennaio 2021, risultano cresciute del 20% rispetto al 2020 a pari data. Sul fronte dell’import, la minor disponibilità di lungo B nazionale a fronte di un aumento del consumo sta costringendo l’industria ad aumentare le importazioni che sono passate da 30.000 t a 45.000 t a pari data.
Nella seguente tabella, i dati forniti dalla DG AGRI della Commissione UE, testimoniano come nell’ultimo decennio, a fronte di un aumento dei consumi nell’Unione Europea del 21 % vi sia stata una diminuzione della disponibilità di prodotto comunitario del 10% che ha costretto le industrie, in particolare del nord Europa, ad aumentare le importazioni del 93%:
Nello stesso periodo, i consumi italiani di riso sono aumentati del 29%.
Osservando le previsioni di semina 2021 rispetto alle indicazioni di fabbisogno date dall’industria (v. tabella in calce) AIRI invita i produttori a scelte oculate in linea con le prospettive commerciali».