La Tenuta Drusiana di Casanova Elvo (Vercelli) produce dell’ottimo Carnaroli che vende al dettaglio. Ha una storia antica, il che non guasta, perché la qualità cresce con gli anni. Ma Giacomo Vigino, che conduce l’azienda, ha un bel cruccio, quest’anno. Ce lo racconta in questa videointervista di Punto Riso.
L’opinione dell’agricoltore è chiara: «Non so come andrà a finire con l’oxadiazon e i suoi fratelli». Siamo in Baraggia e il discorso cade fatalmente sulle nuove direttive della Regione Piemonte in merito alle limitazioni d’uso dei principi attivi usati nel diserbo del riso. «Questa è terra di riso ma anche di heteranthera…» spiega preoccupato Vigino, aggiungendo che la gestione dell’acqua e prima ancora il livellamento delle risaie hanno un ruolo cruciale in questa battaglia. I risicoltori non considerano realistici i vincoli regionali perché temono un indebolimento degli effetti di contrasto dei principi attivi. Evidentemente il passaggio è stretto, tuttavia è possibile percorrerlo – spiega il tecnico di Bayer, Vittorio Mancini che ci accompagna in questo reportage – ottimizzando al massimo l’utilizzo di prodotti chimici, nel caso dell’oxadiazon, prestando grande attenzione alla tecnica agronomica e alle istruzioni applicative fornite in etichetta, per ottenere risultati soddisfacenti e al tempo stesso rimanere nei termini prescritti dalla Regione Piemonte. Concetti che ritornano nel video che vi proponiamo.
Per capire come occorra comportarsi con l’oxadiazon quest’anno abbiamo chiesto lumi a chi lo commercializza: come potrete ascoltare dalla viva voce del tecnico Bayer Vittorio Mancini, se si seguono attentamente le prescrizioni d’uso della Regione e della casa produttrice, si può contrastare ancora l’insorgere delle malerbe. Questione di dosi, certo, ma anche di metodo, come dice Mancini nel video seguente.
L’uso dell’oxadiazon impone anche una particolare attenzione nella gestione delle bocchette, tema che Mancini sviscera in questa videointervista.
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