Il Movimento 5 Stelle scende in campo in difesa degli agricoltori contro il progetto della Commissione Europea di dare libero accesso, a dazio zero, all’importazione di 76.000 tonnellate di riso indica dal Vietnam (30.000 Basmati/Jasmine, 30.000 lavorato Lungo B, 16.000 semigreggio) nell’ambito del sistema di preferenze generalizzate che l’UE concede ai paesi in via di sviluppo per accedere al mercato europeo. «Abbiamo già affrontato il problema – esordiscono i deputati M5S della commissione agricoltura del movimento di Beppe Grillo nell’ambito di una nota comunicata a Risoitaliano.eu -, trattando delle importazioni di riso dalla Cambogia, anche queste agevolate e aumentate grazie agli azzeramenti o alle progressive riduzioni dei dazi della tariffa doganale comune, a danno del comparto risicolo nazionale».
Per questo, nel novembre 2013, «abbiamo presentato una risoluzione che siamo riusciti a far approvare dalla Commissione agricoltura della Camera a luglio 2014, per impegnare il Governo ad intervenire, in sede comunitaria, per attivare la clausola di salvaguardia, prevista dai trattati, a tutela del mercato del riso o – commenta il deputato Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in commissione agricoltura alla Camera e primo firmatario della risoluzione – in alternativa, a valutare l’opportunità di introdurre un dazio proporzionato per l’importazione di un prodotto fondamentale per l’economia agroalimentare italiana come il riso. Purtroppo, ad un anno di distanza, mancano all’appello ancora i fatti e le azioni concrete del ministro Maurizio Martina».
«Siamo assolutamente contrari a questo tipo di accordi” – esordisce il deputato vercellese Mirko Busto (M5S) della commissione ambiente –. “Il nostro Paese produce più del 50% di riso dell’UE, posizionandosi come principale produttore con circa 1 milione e 400 mila tonnellate di riso greggio, da cui si ottiene 1 milione di tonnellate di riso lavorato e un fatturato, rispettivamente, di 500 milioni e 1,55 miliardi di euro. Le aziende risicole italiane danno lavoro a 10 mila cittadini. Non capiamo come si possa parlare di difesa del made in Italy, se si continua a immettere riso dalla Cambogia, dal Myanmar e adesso dal Vietnam. Il Governo sta inflazionando il settore, ignorando gli agricoltori e confondendo i cittadini, dando la precedenza, come sempre, agli accordi commerciali e ai profitti, ma di chi?».
«Attualmente – proseguono i deputati M5S della commissione agricoltura – stiamo esaminando il disegno di legge “Disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività agricole del settore agricolo, agroalimentare e della pesca”, che all’art. 25 delega il Governo a sostenere il settore del riso. Le nostre preoccupazioni, anche in vista di una prossima riforma della legge del mercato interno del riso, sono a tutela della valorizzazione delle varietà, anche quelle nuove, e a garanzia della trasparenza dell’informazione per i consumatori. Questo per noi significa tutelare i nostri prodotti e l’impegno degli agricoltori».
«Adesso si parla di un’ulteriore apertura del mercato alle importazioni di riso – concludono i membri M5S delle commissioni agricoltura e ambiente -, ma non conosciamo come il ministro Martina intenda proteggere il settore italiano da quest’ultima mossa. E’ nostra ferma intenzione chiederlo direttamente a lui, perché si prenda la responsabilità di spiegare agli agricoltori preoccupati come verranno tutelati i loro prodotti e le loro fatiche». La speranza è che ora il Ministro Martina risponda in commissione alle sollecitazioni del M5S, che al momento è l’unico partito ad essere intervenuto in difesa del riso italiano sul caso del riso vietnamita. (23.07.2015)