A dispetto del divieto sul triciclazolo, i risicoltori piemontesi non arriveranno impreparati all’appuntamento con il brusone: nei prossimi giorni sarà presentato ufficialmente il progetto BRUMA – Applicazione di strumenti di supporto alle decisioni per la protezione del riso da Pyricularia oryzae in Piemonte, approvato nell’ambito del Programma regionale di ricerca per l’anno 2017, comparto “Territorio e ambiente: Studi e strategie di contenimento di problematiche fitosanitarie e malerbologiche di particolare gravità ed attualità” – Regione Piemonte. Si tratta della prosecuzione del Progetto “Lotta al Brusone”, attivato nel 2009 e rinnovato di anno in anno fino alla campagna risicola 2016: attraverso la distribuzione di una rete di captaspore in grado di monitorare la presenza di spore di Pyricularia nell’aria, si segnalava il rischio di insorgenza della malattia del Brusone nelle risaie. Un bollettino di informazione per il Vercellese e, in seguito, anche per il Novarese e il Biellese, avvisava i risicoltori che potevano premunirsi con i trattamenti. Uno strumento reso particolarmente utile dalla decisione della Regione Piemonte di imporre un limite all’uso del triciclazolo e dell’azoxistrobina. Anche quest’anno, dunque, ci sarà questa rete di protezione che purtroppo si limita al Piemonte (sono anni che si cerca di estenderla alla Lombardia…) e che è sopravvissuta al riordino delle Province, quando sembrava che la redistribuzione dei fondi mettesse in discussione il futuro del progetto. Grazie, invece, all’appoggio della Regione Piemonte e dell’Ente Nazionale Risi, oltre all’Università di Pavia e alla Fan di Novara, la rete è stata resa ancor più capillare: funzionerà da metà giugno a metà agosto e disporrà delle seguenti postazioni di monitoraggio: 3 nel novarese (Terdobbiate, Nibbia, Cameriano) e 3 nel Vercellese (Olcenengo, San Giacomo Vercellese, Trino Vercellese). Con cadenza regolare, saranno diffusi i bollettini con le rilevazioni che permetteranno di sapere in anticipo, grazie a un modello matematico, il rischio che in una data area si presenti la malattia.
CORDONE FITOSANITARIO UE
La Commissione ha presentato la sua proposta di revisione delle norme esistenti il 17 ottobre 2023, tenendo conto dell’esperienza.