L’inverno è il momento migliore per rimescolare le carte nel mondo del riso: soprattutto se è un inverno come questo, in cui i risicoltori sono affaccendati nella vendita di un grande raccolto e spuntano prezzi non elevati ma neanche mortificanti. E’ il momento giusto per il mazziere. Una bella rimescolata alla legge del mercato interno, un’altra alle borse merci… Già, perché dopo il blitz del Senatore Stefano Candiani, che nel mese di luglio aveva sventato un primo tentativo di cancellare tutte le Borse merci e istituire le commissioni uniche nazionali (http://www.risoitaliano.eu/candiani-salva-le-borse-risi/), da Milano giunge la notzia che il dossier è ancora aperto. Lo rivela al Giorno la Granaria di Milano, secondo cui il governo vorrebbe rilanciare le commissioni uniche nazionali sperimentate senza un gran successo dal 2008. Campane a morto per la commissione dei 60, tanti sono in rappresentanza delle categorie produttive, e campane a morto anche per le altre borse merci, riferiscono alla Granaria, perché da Roma giunge forte e chiara la volontà di unificare, attraverso le Cun, tutte le contrattazioni in seno alla Borsa Telematica. Nell’immediato, le quotazioni sul riso lavorato passeranno dalla Granaria a Mortara (Pavia sta già chiudendo…) ma con la prospettiva di cambiare molto presto l’assetto. L’operazione è fortemente voluta dalla Coldiretti. «Oggi il fatto di avere commissioni sparse sul territorio nazionale non ha senso – dichiara Ettore Prandini (foto grande), presidente di Coldiretti Lombardia al Giorno –. Meglio una che faccia un’azione di peso». La bonomiana vorrebbe che Renzi emanasse i decreti attuativi per individuare le borse merci destinate a sopravvivere. Se lo ottenesse, fa capire il giornale, potrebbe anche sostenere un’unificazione di tutte le contrattazioni dei cereali (riso compreso) proprio a Milano, con un’unica Cun e i listini nella pancia di Bmti. Fate il vostro gioco, signori, rien ne va plus…
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.