Torniamo sul carteggio Federbio-Ente Risi per darvi conto di un’ulteriore precisazione di Federbio, dopo la richiesta di inserire la qualifica di riso biologico nei moduli che l’agricoltore deve compilare nel denunciare la superficie e la produzione (LEGGI LA RICHIESTA DI FEDERBIO e LA RISPOSTA DELL’ENTE RISI), e della risposta dell’Ente Risi, da cui si evince che sono maturi i tempi per una collaborazione tra certificatori e istituzioni all’insegna della massima trasparenza.
Partiamo da Federbio, la quale non è d’accordo con la risposta data dall’Ente Risi in relazione ai presupposti normativi della vicenda (trattandosi di introdurre un obbligo di denuncia, l’Ente Risi richiede tale obbligo sia previsto da una norma). Il presidente Paolo Carnemolla (foto piccola) replica così: «Prendo atto che l’Ente Risi è pronto a collaborare con l’ICQRF e con gli organismi di certificazione autorizzati per intensificare i controlli sul riso biologico ma non serve affatto una legge per fare questo. Il riso biologico rientra certamente nel campo di applicazione della legge istitutiva dell’Ente, il quale anche in anni recenti non ha certo limitato le sue attività visto quanto realizzato anche nel campo della registrazione di un proprio marchio di “riso italiano” e come organismo di controllo per l’IGP Vialone Nano. In ogni caso, e come evidenziato anche da FederBio, lo strumento delle convenzioni con il ICQRF consente all’Ente di svolgere ulteriori attività di vigilanza per la repressione delle frodi nel commercio interno del riso e delle sementi di riso in tutto il territorio della Repubblica, quindi credo che il Presidente dell’Ente Risi più che invocare nuove leggi debba anche lui sollecitare l’ICQRF a svolgere il ruolo che le compete nel sistema di vigilanza e coordinamento del sistema di certificazione del biologico italiano. Ringrazio comunque della chiara manifestazione di disponibilità a condividere con la federazione dati e informazioni sulle rese effettive del riso biologico, uno dei punti critici su cui da tempo stiamo lavorando».
Ecco cosa risponde invece il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà, interpellato dalla nostra redazione: «Preciso che per quanto riguarda il marchio Riso Italiano esso è volontario, mentre per quanto riguarda IGP e DOP riso siamo stati incaricati dal Ministero ad operare controlli, il che ci consente di denunciare a ICQRF comportamenti scorretti. L’Ente è pronto a collaborare con gli enti certificatori incaricati della vigilanza sul riso biologico, ma serve che il Mipaaf ne definisca le modalità operative. Pertanto invito il Presiedente Carnemolla a richiedere al più presto un incontro presso il Mipaaf, dando sin d’ora la piena disponibilità dell’Ente Nazionale Risi».