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CALCOLIAMO IL TAGLIO ALLA PAC

da | 21 Mar 2017 | Norme e tributi

L’applicazione della PAC per il 2017 è stata al centro del seminario organizzato da Unicaa e Federagronomi Lombardia il 15 marzo sorso, con la consueta relazione del prof. Angelo Frascarelli  dell’Università di Perugia. Per il 2017 si attendono novità si a livello comunitario (con il cosiddetto regolamento “omnibus” in via di emanazione) che nazionale, mentre sta per partire la procedura per l’implementazione della PAC post 2020 (che sarà oggetto di un prossimo articolo su RisoItaliano).

Con il regolamento “omnibus” (che dovrebbe produrre i suoi effetti dal 2018) si dovrebbero introdurre la “greening-conformità” dell’erba medica e la riduzione dal 30 al 20% della “franchigia” per la gestione del rischio nelle forme assicurative (ivi comprese quelle sulla volatilità dei mercati); inoltre si potrebbe avere una semplificazione delle norme sulla diversificazione colturale (fino ad oggi le aziende non “greening-conformi” sono tenute alla diversificazione colturale quando superano i 10 ha e alla introduzione di EFA o Ecological Focus Areas al superamento dei 15 ha) con allineamento dei due obblighi al superamento dei 15 ha di SAU.

Più critica l’ eventualità, data ormai per certa a seguito delle forti pressioni esercitate in tal senso dai cosiddetti “ambientalisti”, che dal 2018 sia vietato attuare trattamenti fitosanitari sulle colture azotofissatrici, come la soia, impiantate nelle aree EFA. Ciò probabilmente comporterà una caduta dell’interesse degli agricoltori verso questa coltura -di fatto impraticabile senza opportuni interventi di diserbo chimico- nelle aree EFA, con conseguenze al momento non valutabili ma verosimilmente non positive sul piano economico.

A livello nazionale bisogna registrare una serie di “tagli” alla PAC che colpiranno tutti i percettori di aiuto. Infatti, a seguito della “rimodulazione” dei contributi previsti per il regime del sostegno “accoppiato”, il governo italiano ha deciso di applicare un taglio lineare dell’ 1% a tutti i titoli PAC relativi al pagamento di base per reperire risorse con cui finanziare gli aiuti accoppiati per il settore del frumento duro e della zootecnia da latte e da carne.

Inoltre bisognerà verificare quali effetti produrrà la scoperta di un “buco” di 9 milioni di euro sui titoli assegnati da Agea con la Riserva Nazionale tra il 2015 ed il 2016. A seguito dell’emersione dell’errore per eccesso nell’attribuzione dei titoli da riserva Agea ha disposto la revoca dei titoli da riserva attribuiti per le tipologie C (terreni abbandonati) e D (zone svantaggiate) ed il ricalcolo dei titoli per tutti beneficiari di aiuti, raccomandando agli organismi pagatori di applicare una trattenuta prudenziale del 7% del pagamento di base sui saldi PAC 2016 (di cui RisoItaliano aveva dato anticipazione il 23 febbraio http://www.risoitaliano.eu/lagea-sta-ricalcolando-i-titoli-pac/ ). Secondo il prof. Frascarelli il taglio alla fine sarà prossimo al 4% e si evidenzierà con una trattenuta sul saldo 2016, oppure sugli eventuali pagamenti accoppiati (che in ogni caso non potranno essere erogati prima di metà giugno 2017, cioè dopo che l’ Istat avrà messo a disposizione i dati per i calcoli relativi alle superfici ammesse a beneficiare di aiuto accoppiato nel 2016), ovvero con un “recupero” sui pagamenti 2017.

A prescindere da ogni commento, che non compete al tecnico, circa il fatto che ad oltre due anni dall’ assegnazione i titoli non possano ancora essere considerati definitivi, da quanto esposto consegue che un’azienda risicola media potrà subire una decurtazione compresa tra i 20 ed i 35 euro per titolo, cui si dovranno aggiungere i 4-5 euro per titolo dovuti al taglio lineare disposto per incrementare l’ accoppiato ai settori del frumento duro e della zootecnia da latte e da carne. Cifre unitariamente modeste, ma che moltiplicate per le superfici di un’azienda risicola media costituiscono importi non propriamente irrilevanti.

Da ricordare inoltre che a partire dal 2017 il mancato rispetto degli obblighi “greening” per chi vi è assoggettato (la maggior parte delle aziende risicole sono fortunatamente esentate “by definition” dagli adempimenti imposti da questa misura la cui efficacia “ambientale” è perlomeno discutibile) comporterà una sanzione del 20% su tutti i pagamenti PAC oltre alla perdita del contributo “greening” (dal 2018 la sanzione salirà al 25%).

Da ricordare anche che qualora si decidesse di non coltivare nulla (vista la gravità della crisi che attanaglia la nostra agricoltura, e non solo il settore riso, in molte zone specie del Centro-Sud gli agricoltori si stanno orientando verso la non coltivazione dei terreni) i contributi PAC potranno essere comunque percepiti purchè si pratichi una “attività minima” consistente, secondo una circolare Agea, in una trinciatura della vegetazione, oppure in una erpicatura o altra lavorazione, oppure in un turno di pascolamento con un carico di bestiame di almeno 0,2 UBA per ettaro.

La maggiore novità della PAC 2017 resta comunque legata alle nuove modalità di compilazione della pratica che dovrebbe avvenire attraverso la cosiddetta “domanda grafica”  su base “geospaziale” in sostituzione della vecchia domanda  su base “alfanumerica”. La situazione italiana appare alquanto complicata, anche a causa dei numerosi disallineamenti tra mappe catastali e foto aeree, oltre che per il cronico problema del mancato aggiornamento del catasto. Tanto dar far prevedere al direttore di Unicaa Danilo Pirola l’imminente inizio di una vera e propria “odissea geospaziale”. Autore: Flavio Barozzi, dottore agronomo  (Foto piccola: Flavio Barozzi; foto grande: un’immagine delle risaie di Antonio Mairano)

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