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ANCORA SUL SOVESCIO

da | 31 Ago 2014 | NEWS

foto FlavioL’articolo sul sovescio pubblicato da Flavio Barozzi (foto piccola) ha ricevuto diversi commenti e richieste di approfondimento alle quali risponde l’autore.
«Da una lettura delle ultime due bozze di PSR attualmente in corso di “validazione” a Bruxelles (quella del Piemonte è del 25 luglio e si può consultare da http://www.regione.piemonte.it/agri/psr2014_20/partenariato.htm – quella della Lombardia è dell’ 11 luglio e si può scaricare da http://www.agricoltura.regione.lombardia.it , sezione PSR) emergono alcune considerazioni :
1 – Regione Piemonte ipotizza due tipi di intervento con colture da sovescio. Al cap.8.2.10.3.6.” Colture da sovescio autunno vernine” ipotizza una misura valida su tutto il territorio regionale con priorità ZVN, fasce fluviali, zone collina e montagna e senza esplicita limitazione di specie. Al cap. 8.2.10.3.13. “Interventi a favore della biodiversità nelle risaie” ipotizza il sovescio di veccia (solo veccia) come impegno accessorio facoltativo al mantenimento dei fossetti, seguendo in molti aspetti (non tutti) la falsariga di quanto ipotizza Lombardia alla mis. 10.1.c “Conservazione biodiversità nelle risaie”.
2- Le differenze tra “biodiversità” della Lombardia e quella del Piemonte al momento sembrano riguardare:
a) la scelta della specie che in Piemonte è obbligata (solo veccia villosa) e in Lombardia è un poco più elastica (leguminose in genere, con esplicito richiamo a veccia opp. trifoglio eventualmente consociati a triticale);
b) l’ epoca di interramento su cui Lombardia non si esprime, mentre Piemonte esplicitamente dice non prima del 20aprile (il che può porre dei problemi di ordine gestionale);
c) l’ entità del contributo che Lombardia quantifica in 240€/ha mentre sulla bozza di Piemonte non ho trovato traccia di importi.
3- Non ho trovato riferimenti all’ epoca di semina, se non nella mis. 10.1.d della Lombardia in cui la cover crop è impegno supplementare all’ agricoltura “conservativa” (semina entro 30 gg dalla raccolta della coltura principale e contributo sempre di 240 euro).
4- A prescindere dalle più ampie considerazioni che si possono fare sul piano “politico” circa le differenze che comunque permangono tra Regioni confinanti e simili bisognerà comunque  vedere: A) come tornano le bozze di PSR da Bruxelles (anche in funzione del complesso tema delle  interazioni che potrebbero sussistere tra la tecnica del sovescio come definita dai PSR e quella del sovescio come eventuale “pratica equivalente”ai fini del pagamento “greening” definito dalla riforma PAC); B) quando e come escono in bandi applicativi  e come verrà implementato il sistema dei controlli. Penso che Organizzazioni Sindacali e Ordini Professionali abbiano ancora un po’ di lavoro da fare sulla questione, se sarà consentito.
E’ opportuno precisare un aspetto che anche a me inizialmente non era chiaro: la semina di colture da sovescio intesa come impegno supplementare alla misura per la “biodiversità nelle risaie” (i cosiddetti “fossetti delle rane”) si dovrebbe applicare dalle semine 2015 e non dall’ autunno 2014 (lo stesso  vale per gli altri impegni supplementari proposti da entrambi i PSR, ovvero il mantenimento delle stoppie e la sommersione invernale della risaia). Ciò potrebbe porre qualche problema alle aziende che hanno terreni “difficili” che dovranno dichiarare a maggio 2015 su quali particelle catastali intendono praticare sovescio, ma potrebbero trovarsi in caso di autunno particolarmente piovoso nell’ impossibilità di mantenere l’ impegno precedentemente assunto. In ogni caso l’ opportunità di ricorrere a questa pratica andrà attentamente valutata nell’ ottica del miglioramento della fertilità dei suoli, del risparmio di fertilizzanti chimici, e di complessiva gestione aziendale (chiedendosi ad esempio quali varietà seminare dopo l’ interramento della cover crop, oppure come impostare la lotta al riso crodo, ecc.) e non solo in funzione del contributo monetario ad essa eventualmente connesso. Certamente gli aspetti normativi, burocratici e finanziari hanno una loro importanza (e ci sarà certamente modo di tornare dettagliatamente sull’ argomento quando il quadro legislativo sarà definito) ma la pratica agronomica ha un suo valore indipendentemente da essi.
5- Quanto agli aspetti tecnici ed operativi molti di noi hanno maturato la loro dose di esperienza (personalmente faccio sovescio dal 1998 nei terreni della mia azienda che lo consentono) che sarà sempre interessante confrontare.
In particolare, in merito alle domande relative all’ interessante tecnica della trasemina coll’ ultraleggero, devo ammettere che io non ho esperienza diretta. Qualcuno la provò anni fa nei dintorni di Mortara, ma senza seguito. Un collega riferì di avere notato uno sgranamento su riso indica come per una lieve grandinata, ma si seminava comunque veccia (dal seme ben più grosso) e non colza  (che in genere nasce benissimo, ma non sopporta ristagni idrici e difficilmente sopravvive in terreni che non siano ottimamente drenanti) come nel caso riferito dal risicoltore che ha posto la domanda». Autore: Flavio Barozzi. (22.08.14)

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